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Intervista a Vincenzo Pepe, presidente di Fare Ambiente. Per una Costituente dell’Ambiente |
Lunedì 05 Maggio 2008 00:00 |
Innanzitutto mi sembra giusto ricordare – sottolinea Vincenzo Pepe, Presidente di Fare Ambiente –Movimento Ecologista Europeo – la giustezza delle nostre analisi quando un anno fa, prevedemmo insieme ad un osservatore di grande spessore culturale come Sandro Bondi ed altri esponenti politici la crisi, ma sarebbe meglio dire l’implosione, di una certa classe politica che aveva fatto dell’ambiente una tigre, rivelatasi poi di carta, da cavalcare per puri scopi propagandistici e di occupazione di potere. Un flop drammatico anche a livello elettorali di quelli che potremmo definire dilettanti allo sbaraglio, che ha trovato l’eco più sconvolgente nel ‘capitolo immondizia’ di Napoli. Da dove bisogna ripartire per salvare il Bel Paese dall’assalto dei falsi protettori della natura? Intanto come movimento ecologista europeo vogliamo riaffermare un modo più maturo di difendere l’Ambiente attraverso un tavolo che abbia tutti i crismi della rappresentatività, senza si o no aprioristici, ma dove le scelte siano frutto di una reale concertazione. Al nuovo capo del governo, Silvio Berlusconi, spetta inoltre il grave compito di affrontare non solo il problema dei rifiuti tossici a Napoli ma in tutta Italia, ivi compresi gli aspetti riguardanti i traffici illeciti dei rifiuti nocivi che dal Nord transitano per il Sud. Quali iniziative avete in cantiere per rilanciare il principio dello sviluppo sostenibile in Italia e nel mondo? Le nostre strategie non sono finalizzate solo al tema dei rifiuti, ma vogliamo affrontare attraverso la creazione di una Costituente dell’Ambientalismo, una serie di temi a 360 gradi che vanno dalla fonti rinnovabili e i biocombustibili ai gassificatori fino al rilancio dell’energia nucleare attraverso gli impianti di quarta generazione, il nodo di Malpensa e il problema dell’inquinamento acustico. Come vede, si tratta di argomenti abbastanza impegnativi, ma che intendiamo approfondire e divulgare in modo realistico e senza approcci di tipo terroristico con tutti i rappresentanti delle forze politiche in occasione di una convention che terremo a Roma nel mese di settembre. Scusi il bisticcio dei termini ma cosa ne pensa del Patto per l’Ambiente, 13 proposte per un’Italia più moderna, lanciata da Legambiente? Direi che è stata una doppia sorpresa. Doppia perchè se da una parte siamo lieti per un’iniziativa che vada a cementare il rapporto tra formazioni politiche, dall’altra ci ha stupito (ed anche fatto sorridere un po’), scoprire che il documento è molto simile a quel Patto per l’Ambiente (Lettera al futuro Premier) che il nostro movimento aveva lanciato qualche tempo fa. I due documenti hanno in comune il concetto di sviluppo sostenibile come cardine su cui fondare la società di domani, ma nella sostanza sono profondamente diversi cominciando dal fatto che mentre Fare Ambiente intende essere propositiva sulle risposte da dare ai problemi della globalizzazione, dall’altra intende agire e impostare la divulgazione dei suoi temi, al di fuori di ogni strumentalizzazione o banalizzazione delle tematiche ambientali come è stato fatto finora da alcune parti politiche con la conseguenza di produrre solo la disaffezione della gente nei confronti della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e dei beni culturali. Giovannipaolo Ferrari |